Feltri senza freni sul femminicidio di Martina: «A 12 anni si è bambini. I genitori dove stavano?»
Feltri con De Luca: “Aveva ragione, nessuna attenuante per l’assassino ma i genitori dovevano intervenire”
Il femminicidio di Martina Carbonaro, avvenuto ad Afragola, continua a scuotere l’opinione pubblica. A far discutere, oltre all’atroce delitto compiuto da Alessio Tucci, sono state le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che aveva denunciato l’assurdità di una relazione tra una ragazzina di 12 anni e un quasi maggiorenne, criticando l’assenza di vigilanza da parte della famiglia. Un’opinione che ha trovato pieno appoggio da parte di Vittorio Feltri, intervenuto su Il Giornale per sostenere la tesi del governatore.
Feltri ha esordito in modo netto: «Non posso non concordare con il presidente campano De Luca, il quale non ha affatto inteso fornire alibi o attenuanti all’assassino né tantomeno attribuire qualche responsabilità alla vittima, che, lo ricordiamo, è stata ammazzata a sassate ed è morta dopo una terribile agonia».
“A 12 anni si è bambini. Una relazione con un maggiorenne è reato”
Nel suo editoriale, Feltri si è soffermato a lungo sul concetto di responsabilità educativa e sul ruolo centrale dei genitori: «Una tragedia come questa deve farci riflettere e correggere storture della nostra società. Molti genitori non vigilano più sui figli, non pongono limiti, non esercitano il controllo, azioni vissute come abusi e non come sacri doveri».
Il giornalista ha poi ricordato che l’età del consenso in Italia è 14 anni: «Una bimba di 13 anni non può accompagnarsi a un diciottenne. Se succede, si è di fronte a un reato. E questo lo dice il codice penale. La fanciulla ne aveva 12 quando si mise con Alessio».
“Famiglia assente: perché nessuno ha fermato quella relazione?”
Le riflessioni di Feltri si sono concentrate sulle responsabilità familiari: «Dove stava la famiglia di Martina? Perché non ha protetto la bambina da un reato compiuto ai suoi danni da quello che, dopo due anni, sarebbe diventato il suo assassino?».
E ancora: «Occorre che i genitori, anche a costo di fatica e frustrazione, dicano no, fissino confini, pongano divieti. Punire non vuol dire usare violenza, ma insegnare che ogni azione ha conseguenze. È educazione, non oppressione».
Feltri ha infine concluso con una dichiarazione inequivocabile: «Una relazione tra una dodicenne e un maggiorenne è illegale. Avrebbe dovuto essere proibita, e il ragazzo denunciato. In un mondo normale, questo sarebbe scontato».
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