Gino Paoli
Tutti lo credono genovese, e in un certo senso lo è, Gino Paoli, il cantautore che ha
scritto alcune tra le più belle pagine della musica italiana di questo secolo. Ma, di fatto,
l'autore di "Senza fine" e di "Sapore di sale" è nato il 23 settembre 1934 a Monfalcone.
Ma è a Genova, dove si è trasferito da bambino, che Gino Paoli - dopo aver fatto il
facchino, il grafico pubblicitario e il pittore raggranellando più premi che quattrini -
debutta come cantante da balera, per poi formare un band musicale con gli amici Luigi
Tenco e Bruno Lauzi. Finché la gloriosa casa Ricordi, che aveva tenuto a battesimo
Bellini e Donizetti, Verdi e Puccini, decise di estendere la propria attività alla musica
leggera e scritturò questo cantante dalla strana voce miagolante. Nel 1960 realizza "La
gatta", un pezzo rigorosamente autobiografico: parlava della soffitta sul mare dove
Gino viveva. Il disco vendette 119 copie, poi scomparve e infine tornò tramutandosi,
inaspettatamente, in un successo da 100 mila copie la settimana.
Intanto era nata la love story con Ornella Vanoni, cantante scoperta da Giorgio Strehler
, che convinse il cantautore genovese a scrivere per lei "Senza fine", il pezzo che la rese
famosa. Quindi Mina, sconsigliata da molti, incise "Il cielo in una stanza", con l'esito che
tutti sappiamo.
Seguono "Sassi", "Me in tutto il mondo" (1961), "Anche se" (1962), "Sapore di sale", "Che
cosa c'è" (1963), "Vivere ancora" (1964) tutti brani divenuti dei classici e tradotti in
molte lingue.
Gino Paoli assieme a suoi "quattro amici" dà vita, a Genova, alla canzone d'autore,
forma di espressione musicale rivoluzionaria che mira ad esprimere sentimenti e fatti
di vita reale con un linguaggio non convenzionale; la canzone, insomma, cessa di essere
puro intrattenimento e abbandona l'oleografia per diventare forma d'arte a tutti gli
effetti.
Ormai lo squattrinato pittore è un cantante famoso. L'anno prima c'era stato il boom di
"Sapore di sale", arrangiata da Ennio Morricone con gli interventi al sax di Gato
Barbieri. E tuttavia un pomeriggio d'estate il cantautore ormai ricco e celebre si era
puntato una Derringer al cuore. "Volevo vedere cosa succede", spiegherà poi. Il
proiettile è tuttora nel suo petto, come un souvenir.
Intanto Paoli scopre e lancia altri artisti: Lucio Dalla, clarinettista jazz, del quale
produce il primo disco, o il refrattario Fabrizio De André "costretto" con la forza a
cantare con lui al Circolo della Stampa di Genova. Capita anche che gli interpreti più
disparati si "impadroniscano" del canzoniere paoliano: mostri sacri degli anni 50 come
Claudio Villa, Carla Boni, Jula De Palma, Joe Sentieri, cantanti lirici come Anna Moffo,
attrici come Lea Massari e Catherine Spaak, protagonisti degli anni '60 quali Umberto
Bindi, Luigi Tenco, Gianni Morandi. Più avanti la musica di Gino Paoli coinvolgera'
altri famosi cantanti tra i quali Patty Pravo e Franco Battiato. Importante, negli anni '80,
la collaborazione con Zucchero, giovane ancora agli esordi, che contribuirà al suo
successo.
Ma con il crescere della popolarità subentrerà nell'uomo Paoli una crisi che lo porterà
fuori dalla scena musicale per alcuni anni di riflessione.
Il gran ritorno di Paoli avviene con due album coraggiosi e anarchici, nei quali
soprattutto il mondo giovanile si riconosce. Il primo, pubblicato a metà degli anni '70,
ha un titolo emblematico, "I semafori rossi non sono Dio", ed è stato realizzato su
musiche del catalano Jean Manoel Serrat. Il secondo esce nel 1977, tre anni dopo, e si
intitola "Il mio mestiere". Entrambi parlano di libertà, democrazia, emarginazione,
diversità.
Questa maturazione continua a segnare tutti i suoi dischi dei successivi vent'anni.
Seguono la trionfale tournée del 1985 con Ornella Vanoni, l'esperienza di deputato del
Pci, poi diventato Pds, e quella di assessore comunale ad Arenzano.
L'autunno successivo esce "Senza contorno, solo... per un'ora", un live di brani del suo
repertorio riadattati in chiave jazz, con gli inediti "Senza contorno" e "La bella e la
bestia", cantata da Gino con la figlia Amanda Sandrelli e tratta dalla colonna sonora
dell'omonimo film Disney. Col cinema, del resto, Paoli aveva già avuto a che fare
quando, per "Prima della rivoluzione" di Bertolucci, aveva composto "Vivere ancora" e
"Ricordati", per poi scrivere "Una lunga storia d'amore" (1984) e "Da lontano" (1986),
rispettivamente per i film "Una donna allo specchio" e "La sposa americana", entrambi
con Stefania Sandrelli.
In quegli anni pubblica dischi i cui contenuti attingono dalla sua vasta esperienza
umana: "La luna e mister Hyde" e "Averti addosso" (1984), "Cosa farò da grande"
(1986), "L'ufficio delle cose perdute" (1988), e poi ancora "Ciao salutime un po' Zena",
dedicato alla canzone ligure, "Ha tutte le carte in regola", omaggio allo scomparso
cantautore livornese Piero Ciampi, "Matto come un gatto" (1991).
Nel 1991 ecco il successo clamoroso di "Matto come un gatto" e del singolo "Quattro
amici al bar" (con intervento di Vasco Rossi).
Nella primavera del 1993, "King Kong" e, due anni dopo, "Amori dispari" in cui torna
ad affermare il primato dei sentimenti in un mondo che li nega.
In "Appropriazione indebita" (1996) il cantautore "si impadronisce" di una manciata di
classici della canzone internazionale e traduce in una sorta di autoritratto, le pagine di
Lennon, Cat Stevens, Aznavour, Stevie Wonder, James Taylor e altri.
"Pomodori" (1998) e "Per una storia" (2000) nuove pagine di un uomo che non rinuncia
a coltivare sotto i capelli bianchi l'innocenza, lo stupore e la fantasia d'un eterno
bambino.
Nel 2002 esce l'album di inediti "Se", il cui singolo "Un altro amore" viene presentato al
"52° Festival di Sanremo", dove ottiene un grande successo di pubblico e di critica,
confermandolo autentico protagonista della scena musicale italiana, sempre capace di
rinnovarsi, pur mantenendo le forme ed i contenuti cantautorali che da sempre lo
contraddistinguono.
Il grande evento "Pavarotti and Friends", sempre nel 2002, lo vede sul palcoscenico
insieme a personaggi del calibro di James Brown, Sting, Lou Reed, Grace Jones,
Zucchero, Bocelli, a suggellare l'impegno sociale di cui è sempre stato portavoce.
L'anno si chiude con un bilancio di oltre settanta concerti effettuati con l'Orchestra
ritmo-sinfonica Dimi di Roma tra i maggiori teatri italiani e gli spazi all'aperto più
suggestivi.
Nel 2004, a Sanremo, viene conferito a Gino Paoli il "Premio alla Carriera". Nello stesso
anno si esibisce in alcuni dei più importanti festival jazz italiani con "Un incontro di
jazz" insieme agli amici Enrico Rava, Danilo Rea, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto,
avvicinandosi a questo raffinato genere musicale, da sempre una delle sue passioni più
grandi.
Tra i suoi ultimi lavori "Ti ricordi? No, non mi ricordo" composto di dolci duetti con
Ornella Vanoni, uscito alla fine di settembre 2004, dopo il compleanno dei due grande
interpreti. Dischi successivi sono "Storie" (2009) e "Due come noi che..." (2012, Gino
Paoli assieme a Danilo Rea).
Il 17 maggio 2013 viene eletto presidente della SIAE: i suoi obiettivi sono quelli di
combattere la pirateria e di favorire il diritto d'autore. Si dimette dalla carica il 24
febbraio 2015, in seguito alle indagini della Guardia di Finanza italiana che lo vedono
accusato di evasione fiscale, per trasferito in Svizzera 2 milioni di euro.
HO SEMPRE CERCATO UN SOLO APPLAUSO,IL PIÙ BELLO: QUALLO DI MIA MOGLIE, CLAUDIA MORI
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