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Suicidio assistito: la scelta di Caroline March, rimasta paralizzata dopo un incidente a cavallo

Suicidio assistito: la scelta di Caroline March, rimasta paralizzata dopo un incidente a cavallo
Da: Girovagando Pubblicato In: Marzo 27, 2024 Visualizzato: 725

Suicidio assistito: la scelta di Caroline March, rimasta paralizzata dopo un incidente a cavallo

Ha scelto il suicidio assistito all'estero, perché nel Regno Unito è illegale, per porre fine alle sue sofferenze. Caroline March, amazzone inglese, è morta sabato a 31 anni. Era rimasta paralizzata a causa di una lesione spinale dopo una caduta da cavallo nel 2022. 

Lo ha annunciato lei stessa, con una lunga lettera sui social, pubblicata domenica, all’indomani del compimento della sua scelta: “È con profonda tristezza che annunciamo la dipartita di Caroline avvenuta sabato, 23 marzo 2024. Lei desiderava lasciare questo ultimo post sperando che possiate capire a pieno chi fosse lei davvero, e la decisione che ha preso — dice la nota che accompagna il messaggio sulla pagina della campionessa di eventing, lo sport equestre che combina dressage, corsa cross-country e show jumping —. Per cortesia, leggete il messaggio con mente aperta e siate rispettosi per il bene della sua famiglia e dei suoi amici”. 

L’amazzone aveva subito il grave infortunio a Norfolkpoco meno di due anni fa, il 16 aprile, e non si era mai ripresa. Ora, definendosi testarda e indipendente, e anche straordinaria, ha spiegato l’impossibilità di cambiare la sua attuale situazione nonostante cinque mesi di ospedale e diverse terapie, comprese quelle attraverso l’uso di cellule staminali in America.

La lettera sui social

“Non so nemmeno da dove iniziare a scrivere questo. Idealmente, non vorrei dire nulla perché le persone che amo sanno, ma naturalmente tutti sentiranno il bisogno di esprimere la propria opinione. Io non ho mai capito l’ossessione della società per la longevità, e il bisogno di vivere il più a lungo possibile. Un famoso filosofo, Alan Watts, diceva: ‘preferirei avere una vita breve piena di quello che amo fare, che una lunga vita passata in un modo miserabile’”. 

E poi ancora “Il suicidio assistito è qualcosa in cui ho sempre creduto e ho sempre detto che se mi fosse successo qualcosa e se fossi stata costretta in una posizione in cui non avrei potuto avere la qualità di vita che volevo, avrei scelto quella strada. Non voglio mentire: non avrei mai immaginato di usufruirne, ma eccoci”.

Nel messaggio Caroline sottolinea di rispettare chi ha saputo costruirsi una vita dopo un infortunio del genere, ma che “nessuno può davvero capire quello che sto vivendo. Non è questa l’esistenza che voglio. La vescica e le funzioni intestinali, le funzioni sessuali, l’impossibilità di fare quello che amo... Ho ricevuto tanto amore in questi anni, e vorrei che l’amore potesse ripararmi o rendere tutto sopportabile, ma non può”.


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