La cronaca ripropone puntualmente la questione dell'aggressività di alcuni di cani: esistono davvero razze più
Il tragico fatto di cronaca avvenuto a Manziana, in provincia di Roma, lo scorso 11 febbraio (Paolo Pasqualini, 39 anni, è stato attaccato e ucciso da tre rottweiler scappati dal giardino di una casa nei dintorni) ha riportato in auge un'altra volta una delle questioni più dibattute quando si parla di cani: esistono razze più aggressive di altre, e che quindi hanno bisogno di attenzioni particolari (anche legali)? La risposta che viene spontanea è sempre "sì": in fondo le razze sono state selezionate per svolgere compiti particolari, e sembra logico pensare, per esempio, che quelle "da combattimento" possano avere comportamento mediamente più aggressivi di quelle "da compagnia". In realtà, la situazione è molto più complessa di così, come vi spieghiamo qui sotto; volendola riassumere, però, la risposta alla domanda iniziale dovrebbe essere "no".
È vero che alcune razze di cani sono più aggressive di altre?
Come vi avevamo già raccontato un paio d'anni fa, la risposta data dalla scienza a questa domanda è "no": in questo studio sul genoma dei cani, per esempio, si legge che la razza determina il comportamento di un animale solo per il 9%, e che in questa percentuale rientra soprattutto una specifica caratteristica, la biddability, cioè la capacità di obbedire o meno alle istruzioni di un essere umano. Il restante 91% è determinato invece da altri fattori: i più importanti sono l'ambiente dove l'animale è cresciuto e l'educazione ricevuta dagli umani. Altri studi, come questo del 2019, sono più possibilisti, e sostengono che la genetica di un cane influisca almeno per il 50% sul suo comportamento; ma anche questo lavoro mette in evidenza come i tratti comportamentali ereditari siano soprattutto quelli legati all'obbedienza e alla capacità di venire addestrati, non a una presunta innata aggressività.
Da che cosa dipende l'aggressività di un cane?
Come detto, dipende principalmente da come il cane è cresciuto. Il motivo per cui ci sono razze che sembrano sempre spuntare fuori quando c'è di mezzo un'aggressione all'uomo, e altre che invece non compaiono mai nelle cronache, è che le prime vengono addestrate fin dalla nascita, incoraggiando certi comportamenti e inibendone altri. In parole più semplici: ci sono razze che vengono vendute, per esempio, come "da guardia", o addirittura "da combattimento"; questo significa che chi alleva quei cani imposta tutto il suo addestramento in una direzione precisa. Un pit bull o un rottweiler che viene allevato fin da piccolo nel modo corretto non diventerà magicamente aggressivo una volta diventato adulto: siamo noi che li rendiamo tali.
Ovviamente ci sono anche caratteristiche fisiche legate alle diverse razze e che ci hanno spinto a differenziarle anche in base all'aggressività. Nessuno alleverebbe mai un chihuahua come cane da guardia, insomma, come d'altra parte nessuno regalerebbe mai un San Bernardo come cane da compagnia a una persona anziana che vive in un minuscolo appartamento. È quindi più facile ritrovare sempre le stesse razze protagoniste di certi fatti di cronaca, ma, ancora una volta, il punto non è la razza ma il singolo esemplare, e la sua educazione.
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Per quanto riguarda il motivo per cui i cani diventano aggressivi, la risposta è sempre la stessa: succede quando si sentono in qualche modo minacciati, o quando sentono minacciato il loro territorio o le cose (o persone) a cui fanno la guardia. In questo studio si legge che "diversi fattori aumentano la probabilità di comportamento aggressivo verso le persone: età, sesso, paura, dimensioni del corpo, solitudine". Incidentalmente, lo studio sostiene anche che ci siano differenze di aggressività tra le diverse razze, ma non per ragioni genetiche o "innate": i cani di piccola taglia, per esempio, tendono a essere mediamente più aggressivi proprio perché sono molto più piccoli di noi e si spaventano quindi più facilmente.
È vero che certi cani hanno un loro carattere che non si può modificare?
Se si parla di cuccioli adottati fin da piccoli e allevati nel modo corretto, la risposta è no, almeno se parliamo solo di aggressività. Ci sono ovviamente altre differenze (estetiche ma non solo) tra razze che vanno tenute in considerazione; se è vero che l'aggressività in quanto tale non è genetica, altri comportamenti invece lo sono: per esempio, ci sono razze più naturalmente portate a fare la guardia e a custodire qualcosa che considerano di valore, e altre che sono geneticamente più protettive verso gli umani – e quindi, potenzialmente, più aggressive verso gli estranei. Si tratta però di differenze note, selezionate nel corso di centinaia di anni, e che non pregiudicano la possibilità di addestrare uno specifico cane a comportarsi "bene". Non a caso, chi si occupa di adozioni canine ha smesso da tempo di presentare gli animali in base alla loro razza ("Pluto è un labrador, quindi è perfetto per i bambini"), preferendo puntare sulla personalità del singolo esemplare ("Pluto è un cane dal carattere dolce e paziente, quindi è perfetto per i bambini").
Guinzaglio, museruola... Quali sono le regole per portare in giro i cani?
In questo approfondimento trovate tutte le risposte e i riferimenti alla legge, ma ve le riassumiamo qui sotto:
- il cane va sempre portato al guinzaglio quando è in luogo pubblico; il guinzaglio stesso deve essere lungo al massimo 1,5 metri (1,2 in Lombardia).
- il guinzaglio si può togliere SOLO nelle aree dedicate ai cani
- bisogna sempre portare con sé la museruola, e applicarla quando si entra in spazi chiusi (per esempio un bar, o un mezzo pubblico). Sono esentati i cani di piccola taglia. Se volete leggere tutte le regole su guinzaglio e museruola, comunque, potete seguire questo link alla Gazzetta ufficiale
E se il cane fa danni, chi ne è responsabile?
Il proprietario legale di un cane è anche l'unico responsabile del suo controllo, il che significa che qualsiasi danno (a cose o persone) provocato dal cane, è il padrone a doverne rispondere, a meno che non possa dimostrare che si è trattato di un caso fortuito.
È importante notare che, per esempio, un cane che scappa da un giardino recintato perché il recinto è danneggiato o il cancello automatico non si è richiuso non è considerato per la legge "caso fortuito". In generale, per la legge, il padrone deve sempre avere sotto controllo il cane: questo non significa che non lo possa lasciare libero in giardino, ma che deve assicurarsi che non possa uscirne, perché nel momento in cui esce dalla proprietà privata deve essere tenuto al guinzaglio.
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