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Rigopiano: la storia di Alessio, Maria e Fifì. “Il nostro cagnolino sa tutto del nostro dolore”

Rigopiano: la storia di Alessio, Maria e Fifì. “Il nostro cagnolino sa tutto del nostro dolore”
Da: Girovagando Pubblicato In: Febbraio 18, 2024 Visualizzato: 527

Rigopiano: la storia di Alessio, Maria e Fifì. “Il nostro cagnolino sa tutto del nostro dolore”

L’Aquila, 17 febbraio 2024 - L’ultimo cane di Rigopiano si chiama Fifi, è il compagno inseparabile di Alessio Feniello e della moglie Maria. “Sente tutto quello che sentiamo noi, capisce cosa stiamo passando”, racconta il papà di Stefano mentre lo accarezza. Perché Fifi è entrato in casa Feniello dopo la strage di Rigopiano, quando non bastavano neanche le medicine per tenere a bada il dolore di una mamma che aveva perso un figlio di 28 anni, quel resort ai piedi del Gran Sasso doveva essere il regalo di compleanno da festeggiare con la fidanzata Francesca Bronzi, che è tornata a casa.

L’altro pomeriggio Alessio e Maria hanno aspettato la sentenza d’appello del tribunale dell’Aquila facendosi scortare dal cagnolino, hanno sistemato una coperta gialla per terra e Fifi da quella sua postazione ha cominciato a guardare tutti, incuriosito, nella stanza dove si muovevano decine di telecamere, sugli striscioni i volti di chi non è più tornato da Rigopiano e accanto le vittime della strage di Viareggio. Perché i disastri alla fine si assomigliano tutti.

Alessio Feniello racconta di come la presenza di Fifi abbia aiutato lui e la moglie, “Maria non stava bene, mi hanno consigliato di prendere un cane”. I cani di Rigopiano sembrano una costante nella storia del disastro, accompagnano il dolore degli uomini e lo strazio che non trova pace.

Come dimenticare i cuccioli di pastore abruzzese salvati nei giorni del disastro, poi adottati? Uno di loro, Golia, vive in simbiosi con Mario Tinari e la moglie Gina. E sembra capire tutto del dolore di genitori che hanno perso una figlia di 24 anni, si chiamava Jessica, era nel resort con il fidanzato Marco Tanda. Morti. In aula, per la sentenza d’appello, il 14 febbraio all’Aquila sulle loro foto hanno appoggiato un cuore.

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