I figli del Cavaliere valutano di mettere sul mercato l’intero patrimonio di residenze ereditate. Si tratta di circa 700-800 milioni tra Dolcedrago, Fininvest e società personali
Un patrimonio, del valore complessivo pari ad almeno 5 miliardi di euro, il cui cuore è rappresentato dalla finanziaria di famiglia, la Fininvest, che sarà controllata per il 53% dai figli di primo letto (Marina e Pier Silvio) e per il restante 47% dai figli del secondo matrimonio, Barbara, Eleonora e Luigi.
I punti chiave
- Il cantiere immobiliare
- Il pacchetto Dolcedrago
- Fininvest e le ville personali
Il nuovo assetto proprietario della Fininvest è oramai agli atti. Con un patto di controllo tra Marina e Pier Silvio e un altro accordo esteso agli altri tre fratelli, Luigi Barbara ed Eleonora, governance e poteri della holding di famiglia sono stati recepiti dagli statuti dei due piani di controllo di Fininvest, quello delle holding “personali” e quello della finanziaria.
Il patrimonio ereditario di Silvio Berlusconi ammonta a circa 4 miliardi e mezzo di euro. Come è stato suddiviso fra gli eredi e quali sono i nuovi assetti societari delle aziende di proprietà del Cavaliere? Lo racconta l’inchiesta “Il testamento”, di Luca Bertazzoni in collaborazione con Marzia Amico, che apre l’appuntamento con “Report”, il programma condotto da Sigfrido Ranucci, in onda domenica 22 ottobre alle 20.55 su Rai 3, Rai Italia e su RaiPlay. Nel testamento di Berlusconi non c’è alcun riferimento ai 90 milioni di euro di debito di Forza Italia nei confronti del suo fondatore e il partito ha i conti in rosso. Analizzando i conti di Forza Italia, ci sono due fideiussioni di Silvio e Paolo Berlusconi per un totale di 7 milioni di euro: fideiussioni che sono state fatte anni dopo l’approvazione della norma del tetto di 100mila euro annui al finanziamento ai partiti. L’inchiesta si occupa anche dei lasciti del Cavaliere, in particolare quelli destinati alla compagna Marta Fascina e a Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Infine, il racconto di un altro “presunto” testamento che Silvio Berlusconi avrebbe lasciato a un imprenditore torinese residente in Colombia.
A seguire con “Garda Real Estate” di Rosamaria Aquino in collaborazione con Marzia Amico, si viaggia a Costermano sul Garda. Un ponte tibetano sospeso da oltre 300 metri, un mega parcheggio, alberghi vista lago, campeggi, aree attrezzate e giochi sull’acqua sorgeranno in una valle considerata sito di interesse comunitario per alcune specie naturali che si trovano solo lì. Tra boschi che diventano edificabili, ville hollywoodiane a pochi metri da un cimitero protetto da due Stati, terreni acquistati dal Comune concedendo in cambio cubature a chi vuole costruire. Quale equilibrio tra interventi urbanistici e tutela del territorio?
Ne “L’appuntamento” di Chiara De Luca, in collaborazione con Eva Georganopoulou, obiettivo sul rilascio dei passaporti. A partire dalla fine del 2022, cessate le restrizioni della pandemia e con l’avvento della Brexit, c’è stato un boom di richieste di passaporti che ha mandato in tilt il sistema di prenotazione; tanto che per avere un appuntamento si arriva fino a 7 o 8 mesi di attesa. E mentre alcune questure italiane hanno messo in campo diverse iniziative come gli open day, i cittadini esasperati si sono rivolti ad alcune agenzie che, sfruttando questa emergenza, si sono inventate un business, quello delle prenotazioni a pagamento.
Si chiude con “Il sottosegretario sbadato”, di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi. La collezione d'arte della famiglia Agnelli è composta da 636 capolavori dell'arte moderna e contemporanea, come Report ha scoperto pubblicando in esclusiva la lista di opere redatta dopo mesi di ricerche in giro per l'Europa. Di queste, solo quattro sono state notificate al Ministero della Cultura nel corso degli anni: dei gessi di Canova, comprati da Gianni Agnelli negli anni '90. Tutto il resto è sconosciuto al ministero. Il sottosegretario Vittorio Sgarbi, dopo aver ricevuto da Report la lista, ha scritto a Margherita Agnelli, ai tre fratelli Elkann, e alle Soprintendenze ai Beni Culturali di Torino e Venezia, per venire a conoscenza dell'ubicazione di tre opere, oltre i gessi di Canova: "Salutando" di Giacomo Balla, "Mistero e malinconia di una strada" di Giorgio De Chirico, e "La Chambre" di Balthus. Sgarbi sostiene che sono le uniche di interesse per lo Stato italiano, dimenticandosi centinaia di capolavori del '700 e '800 e di grandissimi artisti italiani e internazionali. Opere di cui attualmente è stata denunciata la scomparsa ma di cui lo Stato italiano avrebbe dovuto avere conoscenza e proteggere. Perché, come recita la Costituzione, "La Repubblica tutela il patrimonio artistico della nazione". Anche se di proprietà privata.