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Uccio De Santis condannato per falsi documenti fiscali

Uccio De Santis condannato per falsi documenti fiscali
Da: Girovagando Pubblicato In: Settembre 21, 2023 Visualizzato: 490

Uccio De Santis condannato per falsi documenti fiscali

Condanna a un anno e due mesi di reclusione, con pena sospesa, per l'attore e comico pugliese Uccio De Santis. L'attore ha fornito alla Guardia di finanza documenti falsi e"dati e notizie non rispondenti al vero" nel corso di una specifica richiesta in sede di verifica fiscale. In sostanza, De Santis avrebbe fornito a posteriori "fatture ad hoc fatte apparire come emesse da altro soggetto economico".

 

 

 

Fatture che erano state redatte proprio per l'occasione, ma che non trovavano alcuna giustificazione reale. Il soggetto economico che avrebbe emesso le fatture in questione è la cooperativa 'Idea comunicazione e spettacolo' di cui era presidente lo stesso attore e lo avrebbe fatto "allo scopo di legittimare fiscalmente incassi e/o prestazioni artistiche conclusi in nero".

Volto noto della tv, dove ha preso parte a una ventina di programmi fra trasmissioni e sitcom, Uccio De Santis, 58 anni ha al proprio attivo anche la partecipazione a una quindicina di film. L'attore nato in provincia di Bari ha vissuto un momento particolarmente buio a inizio gennaio 2020, quando è stato protagonista di un incidente stradale. Ora ecco un altro momento difficile.

De Santis avrebbe anche creato "mendaci ricevute per rimborso spese, intestate a (ignari) soci lavoratori" della cooperativa Idea, che "ne disconoscevano il contenuto e la sottoscrizione" e altre fatture - sempre intestate alla cooperativa Idea - "allo scopo di documentare fiscalmente compensi del proprio lavoro autonomo".

 

I fatti contestati a De Santis, per il quale il Tribunale ha riconosciuto le attenuanti generiche, risalgono al 2017. Il giudice che ha firmato la sentenza, Antonio Donato Coscia, ha assolto l'attore per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (per l'accusa commesso tra il 2013 e il 2017) perché "il fatto non sussiste".

 L'accusa nei confronti di Alessia Pifferi, la mamma della bimba di 18 mesi trovata morta in casa, è di omicidio volontario.

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